La grande siccità di Acinosi: il tragico palcoscenico per gli sciacalli

Nel pittoresco paesino di Acinosi, dove l’unica cosa più secca dell’umorismo degli abitanti era il letto del fiume, scoppiò una crisi idrica di proporzioni bibliche. L’invaso comunale, un tempo orgoglioso specchio d’acqua, era ormai ridotto a una pozzanghera così misera che persino le zanzare dovevano fare la fila per bere.

Il gestore idrico Acquacinosi, noto per la sua generosità nel distribuire bollette salate ma non altrettanto nell’erogare il prezioso liquido, decise di razionare l’acqua. Gli abitanti di Acinosi si ritrovarono così a dover scegliere tra lavarsi i denti o innaffiare il basilico sul balcone, una decisione che avrebbe messo in crisi persino Salomone.

Ma non temete, cari lettori! Dove c’è una crisi, c’è sempre qualcuno pronto a cavalcarla come se fosse l’onda perfetta a Malibu. Ed ecco entrare in scena i nostri eroi: i consiglieri comunali di opposizione e i tuttologi esperti in soluzioni estreme, armati fino ai denti di smartphone e connessione 5G, pronti a documentare ogni goccia fuori posto.

Sui social network, vero campo di battaglia dei moderni Don Chisciotte della politica locale, la guerra dell’acqua divenne più infuocata di un peperoncino piccante in bocca a un vampiro. I consiglieri di opposizione, guidati dal trio delle meraviglie Giravento, Incognito e Presenzio (con Perenne sempre pronto a far numero), si lanciarono in una crociata fotografica degna del National Geographic.

Ogni pozzanghera diventava prova inconfutabile dell’incompetenza dell’amministrazione. Una perdita dal water? Colpa del sindaco. Un bambino che piange? Sicuramente per la sete. Una nuvola all’orizzonte? “Guardate! Il cielo ci manda l’acqua che il comune ci nega!”

Ma il vero maestro dell’indignazione era Sputaveleno, un nome un programma. Questo Catone dei tempi moderni, armato di tastiera e indignazione permanente, colpiva a destra e a manca con la precisione di un cecchino ubriaco. La sua specialità? Negare l’evidenza mentre accusava tutti di nascondere la verità. Un talento raro, bisogna ammetterlo.

Il povero sindaco Piacione si ritrovò accusato di aver personalmente causato la siccità. Forse aveva offeso qualche divinità delle acque in una vita precedente? O forse era colpevole di non aver fatto la danza della pioggia durante l’ultimo consiglio comunale?

Ma non temete, cittadini di Acinosi! I nostri prodi consiglieri avevano più soluzioni di quante gocce d’acqua rimanessero nell’invaso comunale. Giravento propose di costruire un gigantesco ventilatore per spingere le nuvole sopra la città. Incognito suggerì di travestire Acinosi da oasi per ingannare il meteo. Presenzio, fedele al suo nome, si limitò a essere presente alle riunioni, annuendo vigorosamente.

Perfino gli intellettuali locali, Sapientino e Trombone, si unirono al coro delle soluzioni improbabili. Sapientino propose di calcolare il punto di rugiada ottimale per ogni lampione della città, trasformandoli in collettori d’acqua. Trombone, invece, tenne un monologo di tre ore sull’importanza dell’idratazione nella filosofia greca antica, concludendo che Socrate non sarebbe mai morto se avesse bevuto più acqua e meno cicuta.

Ma il vero colpo di genio venne dall’ex sindaco Sloganista, maestro nell’arte di parlare tanto per non dire nulla. Dal suo esilio dorato (si vocifera che avesse una piscina segreta nel giardino), Sloganista orchestrava nell’ombra una resistenza acquatica. Il suo capolavoro? Un gruppo Facebook chiamato “Mamme Assetate di Acinosi”, dove le lamentele fluivano più abbondanti dell’acqua nelle tubature cittadine.

In un momento di disperazione collettiva, il consiglio comunale al completo decise di eseguire una danza della pioggia in piazza. Il risultato? Un’esibizione che fece vergognare persino le statue della fontana (ormai secca). Il sindaco Piacione, nel tentativo di mostrare flessibilità, si stirò un muscolo e finì in ospedale, dove almeno poteva godersi l’aria condizionata.

In mezzo a questo circo acquatico, il giovane ambientalista Greenheart cercava disperatamente di proporre soluzioni concrete. Poverino, era come cercare di spegnere un incendio con un contagocce mentre intorno tutti ballavano il samba. Le sue proposte sensate venivano regolarmente sommerse da un diluvio di polemiche e accuse incrociate.

Gli assessori, nel frattempo, combattevano la loro battaglia personale contro il buon senso dilagante. L’assessore Inossidabile, fedele al suo nome, resisteva stoicamente alle critiche mentre cercava di scavare pozzi con un cucchiaino da tè. Il vicesindaco Zampirona, invece, passava le giornate a rispondere ai commenti sul gruppo “Mamme Assetate di Acinosi”, finendo per disidratarsi a furia di digitare.

Ma il colmo dell’ironia? L’ex sindaco Sloganista, che anni prima aveva venduto pozzi e sorgenti ad Acquacinosi con un contratto più capestro di un nodo gordiano, ora guidava la rivolta contro la sua stessa decisione. Era come vedere un piromane lamentarsi del fuoco che lui stesso aveva appiccato.

Proprio quando la situazione sembrava ormai disperata, con i cittadini di Acinosi ridotti a leccare la rugiada dalle foglie dei gerani, accadde l’impensabile. Una nube temporalesca, evidentemente smarrita e in cerca di indicazioni, decise di fermarsi proprio sopra Acinosi.

Il cielo si aprì, e iniziò a piovere. Non una pioggerellina estiva, ma un diluvio di proporzioni bibliche. In poche ore, le strade di Acinosi si trasformarono in canali veneziani, con i cittadini che navigavano su improvvisate zattere fatte di porte, tavoli e la collezione di vinili del nonno.

Il sindaco Piacione, ancora ingessato dopo la danza della pioggia, venne portato in trionfo su una zattera fatta di cartelloni elettorali riciclati. Sputaveleno si ritrovò a galleggiare aggrappato alla sua tastiera, continuando a twittare contro l’amministrazione per non aver previsto il diluvio.

L’invaso comunale, ormai traboccante, decise di prendersi una vacanza e si trasferì in blocco in città, trasformando la piazza principale in una piscina olimpionica. I consiglieri di opposizione organizzarono immediatamente una gara di nuoto, naturalmente trasmessa in diretta Facebook.

Greenheart, l’unico ad aver previsto questa eventualità, navigava serenamente in un kayak fatto di bottiglie di plastica riciclate, distribuendo salvagenti e ramoscelli d’ulivo.

Ma il colpo di scena finale arrivò quando, nel bel mezzo del caos acquatico, emerse dall’acqua una figura mitologica: era Nettuno in persona, attirato dal clamore. Guardò la scena, scosse la testa sconsolato, e disse: “Ragazzi, ma che casino avete combinato? Io volevo solo farmi un bagno in santa pace!”

E così, cari lettori, si conclude la saga acquatica di Acinosi. Una storia che ci insegna che, a volte, il problema non è la mancanza d’acqua, ma l’abbondanza di chiacchiere. E che, quando piove, governo ladro!

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